Non è una guerra mediaticamente esposta, ma quella dello Yemen meriterebbe molta più considerazione visto il peso del conflitto. Da una parta i fidati dell’Iran, gli Houthi, dall’altra le forze del governo d San’a vicine all’Arabia Saudita, il cui ruolo è stato fondamentale nel regime change del 2015.
Da allora la guerra ha insanguinato uno dei paesi più caratteristici dell’intera penisola de golfo. Una nazione con un Pil piccolissimo che da circa sette anni è immersa in una spirale infernale.
Oggi, l’inviato dell’Onu Grunberg visiterà dopo anni di silenzio nella capitale San’a i rappresentanti di entrambe le parti in lotta. Toccherà prima agli Houthi e poi alle forze lealiste governative. La visita si svolge in un momento decisivo, quello del cessate il fuoco imposto a fine marzo dagli Houthi, i cosiddetti ribelli sciiti sostenuti dall’Iran.
Yemen: la guerra non si ferma nonostante il cessate il fuoco
La proposta degli Houthi non ha sortito comunque effetto, in quanto vi sono state manovre evidenti da parte saudita in alcune città strategiche, e contese, come Ma’rib. Tuttavia, la missione dell’inviato Onu, come lui stesso ha confermato, è tentare di ristabilire un dialogo tra le parti ed evitare che ci siano altre situazioni belliche di difficile gestione.
