Ucraina, Zelensky: Crimea chiave per il negoziato. Russi attaccano a Nord-est

Per Zelensky la Crimea potrebbe essere la chiave per arrivare al negoziato. Intanto la controffensiva prosegue tra mille difficoltà. Finora sono 70mila gli ucraini caduti dall'inizio di giugno

“Sulla Crimea è possibile una soluzione politica piuttosto che militare”. Lo ha detto Volodymyr Zelensky in una intervista alla tv di stato ucraina ripresa dai media internazionali. Dichiarazione che per la prima volta indica un’apertura chiara da parte del presidente ucraino di voler negoziare l’eventuale termine della disputa, a patto che il Cremlino voglia accettare di entrare nella trattativa, in un momento molto delicato del conflitto e a poche settimane dal sopraggiungere del clima invernale che sul terreno ucraino non è un fattore da dimenticare.

“Quando siamo ai confini amministrativi della Crimea, penso che sia politicamente possibile forzare la smilitarizzazione della Russia sul territorio della penisola”, ha detto Zelensky facendo peraltro riferimento alle prossime mosse di Kiev che in teoria dovrebbero fare pressioni su Mosca premendo sul fronte Sud.

Proprio nella regione di Zaporozhzhia si stanno concentrando gli attacchi ucraini nelle ultime ore, i quali tuttavia, malgrado possano quantomeno migliorare l’umore dei soldati al fronte, non cambiano più di tanto lo scenario. Ma appare chiaro che nelle prossime settimane le forze ucraine cercheranno di far pressioni e il tempo in tal senso sarà più che fondamentale per capire se tutto questo verrà raggiunto.

Intanto la Crimea rimane oggetto degli attacchi di Kiev mentre la controffensiva ucraina, deficitaria dal punto di vista della conquista dei territori perduti, si sta rivelando devastante anche per quanto riguarda la perdita degli uomini sul terreno. La Bbc in un recente resoconto parla di cifre in aumento per ciò che riguarda i caduti ucraini: si parla di almeno 70mila soldati morti e 120mila feriti a partire dall’inizio della controffensiva.

Essa nonostante tutto continua verso sud – il villaggio di Rabotino sembra già essere in mani ucraine, ma la prima linea difensiva russa è ancora ben lontana dall’essere raggiunta – proprio allo scopo di avvicinarsi verso la Crimea, obiettivo finora strategicamente molto difficile. Per questo è lecito aspettasti ulteriori attacchi contro le infrastrutture della Penisola. Lo ha detto il Capo del consiglio di stato della Crimea Vladimir Kostantinov. Intervistato da Rossija 24 ha dichiarato che la Repubblica è pronta a possibili attacchi delle forze armate ucraina.

In precedenza, il portavoce presidenziale ucraino Michaylo Podolyak aveva affermato che “l’Occidente aveva permesso a Kiev di colpire la penisola”. Secondo lui, l’obiettivo degli ucraini è “distruggere ciò che è russo”. A tale dichiarazione ha risposto a tono il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev che ha definito la dichiarazione una prova della complicità dei paesi occidentali nella guerra contro la Russia. La portavoce del ministero degli esteri Maria Zakharova l’ha invece bollata come “la politica della russofobia”.