Turchia, Erdogan contro l’Ue: “Valuteremo se separarci”

Le parole del presidente turco arrivano dopo la pubblicazione di un documento del Parlamento europeo

Nuovo scontro diplomatico tra Turchia e Unione Europea all’indomani della pubblicazione di un documento del Parlamento europeo ove si pone l’accento su questioni come “valori democratici” e “diritti umani” che non sarebbero rispettati da Ankara. E a rispondere a modo ci ha pensato subito il presidente Recep Tayyp Erdogan che da diversi anni, più di altri politici turchi, stava tentando di aderire all’Unione, per motivi perlopiù economici. Era il 2005 e l’allora primo ministro turco fu uno dei primi a sostenere un dialogo Ankara-Bruxelles. Che non si è mai tradotto in un’adesione vera e propria a causa di diversi motivi, molti dei quali menzionati nel sopracitato rapporto.

A poche ore dal suo discorso alla 78° Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il presidente Erdogan ha tuonato contro l’Unione Europa dichiarando di fatto di non escludere che Ankara potrebbe rifiutare di aderirvi nel prossimo futuro. “L’Unione Europea si sta impegnando per recidere i legami con la Turchia. Si forza a tagliare fuori la Turchia ed è evidente. Valuteremo la situazione e, se necessario, ci separeremo dall’UE“, ha detto Erdogan ai giornalisti prima di partire alla volta degli Usa. Il leader turco ha definito il rapporto come “superficiale e non veritiero“.

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In una dichiarazione ufficiale del Ministero degli esteri turco del 13 settembre, si afferma che “il rapporto è pieno di accuse infondate e pregiudizi basati sulla disinformazione da parte dei circoli antiturchi, riflette il noto approccio superficiale e non visionario del Parlamento europeo non solo nei confronti delle relazioni Turchia-UE, ma anche verso il futuro dell’UE. Questo rapporto, purtroppo, dimostra che i membri del Parlamento europeo sono prigionieri della politica populista quotidiana e lontani dallo sviluppo del giusto approccio strategico nei confronti dell’UE e della nostra regione”.

Eppure, i rapporti bilaterali tra Ankara e Bruxelles, avviati in modo formale nel 1999 e poi congelatisi del tutto nel 2018 a causa del “regresso democratico” turco, di cui l’UE fa menzione nel documento da poco reso noto, sono stati all’ordine del giorno durante un incontro di mercoledì tra il ministro degli esteri Hakan Fidan e il commissario UE per il vicinato e l’allargamento Oliver Varhelyi. Nella conferenza stampa il massimo diplomatico turco ha affermato che “senza la Turchia l’UE non può essere un attore globale” aggiungendo che da Bruxelles la Turchia si aspetta più coraggio e determinazione.

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