Richard Branson: l’uomo che ha sfidato la morte più di 15 volte

Richard Branson è un vero e proprio eroe: un uomo che conosce bene la morte, dato che più volte l'ha sfidata ed è sempre sopravvissuto.

Richard Branson è un vero e proprio eroe. Il celebre imprenditore si è trovato spesso faccia a faccia con la morte. Anche trovandosi in pericoli senza apparente via d’uscita, Branson se l’è sempre cavata, sopravvivendo a ogni rischio. Richard è pronto a sfidare per l’ennesima volta il suo destino, partecipando a uno storico viaggio spaziale di Virgin Galactic. Tuttavia, come abbiamo detto, non sarà l’unica volta che l’uomo d’affari miliardario e amministratore delegato di Virgin Group rischierà la vita in un’avventura estrema.

In alcune di queste avventure, Richard Branson è quasi morto. A volte la sfortuna ha giocato la sua parte. In altre occasioni ha partecipato al pericolo volontariamente, per questioni di marketing. Come leggiamo da il Post, Branson è un magnate fondatore di diverse compagnie a marchio Virgin. In questo articolo riassumiamo alcune avventure con protagonista l’imprenditore britannico. Queste esperienze sono solo alcune di quelle che ha raccontato nella sua seconda autobiografia, “Alla ricerca della mia verginità”.

- Advertisement -

Richard Branson: quella volta in cui sopravvisse a un naufragio

Partiamo dal 1972, in quell’anno Richard Branson sopravvisse a un naufragio su un peschereccio. In quell’occasione si trovava in luna di miele con la sua prima moglie, Kristen, in Messico. “Abbiamo deciso di saltare dalla barca e nuotare fino a riva mentre gli altri sono rimasti fermi: eravamo gli unici sopravvissuti”. Nel 1976 l’uomo d’affari fece decollare per errore un ultraleggero. “Era la prima volta che mi ci sedevo, non avevo idea di come pilotarlo e per sbaglio sono decollato. Stavo disperatamente tirando le fila. Ho spento il motore e sono riuscito a cadere nel campo. Il giorno dopo il mio istruttore è morto in un incidente».

La caduta in un canyon

Nel 1980, per un fatale errore, Richard Branson cadde in un canyon a Necker Island. L’imprenditore scrive: “Sono riuscito a mettere la mano dall’altra parte e Steve Barron è riuscito a salvarmi, tirandomi su prima che cadessi verso quella che sarebbe stata una morte certa sulle rocce frastagliate sottostanti”. Nel 1985 il miliardario distrusse la capsula per mongolfiera ad alta quota “Virgin Atlantic Challenger 1”. L’incidente avvenne mentre stava attraversando l’Oceano Atlantico. Dovette essere salvato in mare.

- Advertisement -

L’incidente in auto

Nel 1986 Richard Branson ebbe un incidente in auto mentre guidava sulle Alpi con la sua famiglia. Racconta l’imprenditore: “Ho colpito un po’ di ghiaccio e sono sceso da una piccola scogliera e ho girato la macchina”. Lo stesso anno durante il suo primo volo in mongolfiera in solitaria, l’amministratore delegato del Virgin Group cadde gravemente, colpendo il suolo. Per lui, questo era un segno delle cose a venire. Ecco cosa è accaduto di lì a poco: “Nel mio primo paracadutismo, c’era una corda che apriva il paracadute e un’altra che lo rilasciava. Ho sbagliato cavo per errore. Stavo cadendo in aria prima che un istruttore potesse tirare la mia corda di scorta”.

Il viaggio in mongolfiera

Richard Branson ha ricordato anche un viaggio nell’Atlantico in mongolfiera, anch’esso caratterizzato da un “piccolo imprevisto”: “Nel nostro tentativo di attraversare l’Atlantico in mongolfiera, il pallone si era riscaldato molto e siamo andati su, su e su senza apparentemente avere un modo per fermarlo. Il mio copilota Per è riuscito a far atterrare il pallone poco prima che la capsula implodesse e noi cadessimo verso la morte”. Ma la storia non finisce qui: “Nella stessa sfida, ho perso il mio copilota, poiché Per è saltato nell’Atlantico, lasciandomi solo nella mongolfiera che è scomparsa sopra le nuvole. Ero convinto che sarei morto. In quel volo memorabile… sono riuscito a lanciare il pallone nel Mare del Nord e sono stato salvato in elicottero”.

- Advertisement -

Un matrimonio movimentato

Nella sua autobiografia, Richard Branson racconta anche le sue atipiche nozze con sua moglie Joan: “Ho deciso di fare l’ingresso al mio matrimonio con Joan, appeso a un elicottero con indosso un completo tutto bianco. Sono caduto per errore nella parte bassa della piscina, mi sono rotto le gambe e ho passato l’intero matrimonio a zoppicare”. Il matrimonio dovrebbe essere il giorno più della propria vita, quando vai a coronare il tuo sogno d’amore. Il povero Richard, probabilmente, lo ricorderà per aver “coronato” il suo dolore fisico più grande!

A bordo di un pallone…

Era il 1991, Richard Branson era all’interno di un pallone quando prese fuoco a un’altitudine di 30.000 piedi. In qualche modo l’incendio fu spento, ma fu persa metà del carburante in una manovra per sbarazzarsi dei serbatoi vuoti. “Pensavamo di rimanere senza carburante a metà del Pacifico, prima che i forti venti della corrente ci salvassero. Atterramo nell’Artico, completando con successo la sfida, ma siamo scesi a temperature di meno 50 gradi a 3.000 miglia dalla nostra destinazione prevista a Los Angeles”.

La scossa (quasi) letale

Come informa Olhardigital.com in un suo recente articolo redatto da Layse Ventura, Richard Branson rischiò di morire una volta fulminato. Era il 2001. Per poco, l’uomo d’affari non fu ucciso da una scossa pari a 25mila volt. L’incidente avvenne su un binario mentre Richard stava effettuando alcuni controlli sui nuovi treni pendolari in Inghilterra. Qualche anno dopo nel 2004 accadde un altro episodio a tu per tu con la nera signora: “Accettai di fare il bungee jumping dalle Cascate Vittoria come parte del mio programma televisivo ‘The Rebel Billionaire’. Mentre cadevo in aria, mi tagliai la testa su qualcosa e tornai con il sangue che mi colava sul viso”.

Il salto dal Palm Casino

Richard Branson ricorda anche la sua (dis)avventura avvenuta nel 2007: “Sono saltato fuori dal Palms Casino di Las Vegas quando abbiamo annunciato il nuovo percorso di Virgin America per la città. Dopo aver inizialmente rifiutato di fare il salto, ci ho ripensato e mi sono tuffato nell’edificio ad alta velocità con vento forte. Mi sono schiantato dolorosamente contro gli edifici. Fortunatamente non mi sono girato, quindi è stata la mia schiena a colpire il muro invece della mia testa. Mi ha completamente strappato il retro dei pantaloni (si riferisce al colpo subito nda), mi ha tagliato le gambe e il braccio e mi ha ferito gravemente la mano”.

Il ritorno dei Negrita

A 5 anni di distanza dall'ultimo lavoro, venerdì 27 settembre tornano i NEGRITA con “NON ESISTONO INNOCENTI AMICO MIO” il primo singolo estratto da un nuovo progetto discografico in uscita nel...