La decisione della Cina di fermare città grandi come Shanghai, ma ultimamente anche Pechino, sta avendo ripercussioni di un certo rilievo sui mercati internazionali. Soprattutto per quanto riguarda il petrolio, in forte calo a causa delle drastiche decisioni del governo di sigillare in casa milioni di persone.
La strategia cinese, altamente deleteria per l’economia mondiale, rischia di avere un impatto negativo sulla domanda di greggio da parte del gigante asiatico
Cina: il prezzo del petrolio crolla
Stando alle valutazioni del benchmark Wti che in pratica stabilisce il prezzo dell’oro nero, il greggio texan scende sotto i 100 dollari al barile (-3,3% a 98,8 dollari) mentre il brent del Mare del Nord perde il 3,2% a 103,28 dollari.
A tale situazione va aggiunta anche la pressione inflazionistica che costringe il rialzo dei prezzi. La guerra in Ucraina inoltre sta limitando le importazioni dalla Russia provocando ulteriori problemi al mercato mondiale del petrolio.
Secondo Bloomberg a riportare danni ulteriori ci sarebbe anche la domanda di diesel e carburante per l’aviazione: ad aprile infatti tale valore dovrebbe salire del 20% rispetto all’anno precedente.