Pensione anticipata a 64 anni: ci sono possibilità di percepirla?

Pensione anticipata con 24 anni di contributi una volta raggiunta l'età di 64 anni: per chi è possibile? Il punto della situazione.

Oramai la Quota 100 sta giungendo al termine del suo percorso naturale. A meno di sorprese inaspettate, non sono previste proroghe per tale misura dopo il 31 dicembre. Tuttavia, è ancora possibile andare in pensione anticipata a 64 anni di età, dopo 20 anni di contributi? In questo articolo cercheremo di dare una risposta esaustiva a tale quesito. Andare in pensione prima dei 67 anni è possibile: l’importante è rispettare opportuni requisiti. Nel frattempo si ricorda come il Ministero del Lavoro abbia dato il via libera alla Circolare INPS 128/2021 per l’adesione al Fondo Credito INPS. La domanda può essere effettuata tramite procedura telematica.

Pensione anticipata a 64 anni: cosa serve

Come informa Money.it, per coloro che hanno maturato almeno 20 anni di contributi, esiste la possibilità di adare in pensione al compimento dei 64 anni. Certo, può sembrare un pensionamento alla portata di tutti detto così, ma sarebbe un grosso errore pensarla in questo modo, visto che sono previsti requisiti molto severi e stringenti che riducono la possibilità di andare in pensione a tale età per un vasto numero di persone. La pensione anticipata contributiva è prevista infatti solo se si soddisfano i seguenti requisiti:

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  • – Aver raggiunto almeno i 64 anni di età anagrafica;
  • – Almeno 20 anni di contributi che devono essere versati tutti nel sistema contributivo puro;
  • – L’assegno liquidato con la pensione deve essere pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale Inps. Si parla, dunque, di una pensione mensile intorno ai 1.280 euro al mese.
  • Riguardo ai 20 anni di contributi è indispesabile che il lavoratore abbia iniziato a versarli partendo dal 1996 e che prima di tale data non risulti avere alcun contributo versato.

Esiste un’alternativa?

Esiste tuttavia un’alternativa per richiedere la pensione anticipata a 64 anni. Se qualcuno risulta, infatti, avere i contributi versati prima del 1996, potrà comunque ricadere nel sistema contributivo puro scegliendo il computo della Gestione Separata che richiede di avere una posizione aperta e contributi versati in questa gestione previdenziale. Come affermato precedentemente, in ogni caso, si tratta di una pensione non riservata a un numero elevato di persone dato che, per avere un assegno dell’importo richiesto nel sistema contributivo e con solo 20 anni di contributi versati, è necessario comprovare una carriera abbastanza breve ma, allo stesso tempo, una retribuzione abbastanza elevata.

Domanda al fondo credito Inps

Nell’introduzione del nostro articolo abbiamo anticipato come sia possibile aderire al fondo credito da parte dell’Inps. Basterà compilare l’apposita domanda sul sito ufficiale dell’Istituto di Previdenza, seguendo tale percorso: Prestazioni e servizi > Servizi > Adesione alla gestione delle prestazioni creditizie e sociali. Sarà possibile inoltrare la domanda fino al 20 febbraio 2022. Come precisa PMI.it, l’iscrizione al fondo credito è facoltativa per diverse categorie di di dipendenti e pensionati, mentre è obbligatoria per lacune categorie di lavoratori pubblici.

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Chi può fare la domanda?

La domanda al fondo credito Inps può essere effettuata dalle seguenti categorie di lavoratori:

  • –  Dipendenti di enti e amministrazioni pubbliche non iscritti alle casse pensionistiche o ai fondi (ex ENPAS o ex INADEL) per i trattamenti di fine servizio della Gestione speciale di previdenza dei dipendenti dell’amministrazione pubblica;
  • –  Pensionati di enti e amministrazioni pubbliche che non fruiscono di trattamenti pensionistici a carico della Gestione speciale di previdenza dei dipendenti dell’amministrazione pubblica (bensì a carico di gestioni o fondi speciali diversi dalle suddette casse pensionistiche pubbliche, ad esempio, FPLD, INPGI, ENPAM);
  • – Pensionati già dipendenti pubblici che fruiscono di trattamento pensionistico a carico della Gestione speciale di previdenza dei dipendenti dell’amministrazione pubblica: Cassa Trattamenti pensionistici dei dipendenti statali (CTPS), Cassa Pensioni Dipendenti Enti Locali (CPDEL), Cassa Pensioni Insegnanti (CPI), Cassa Pensioni Ufficiali Giudiziari (CPUG), Cassa Pensioni Sanitari (CPS). Ne fanno parte anche i pensionati che, a seguito della privatizzazione dell’ente datoriale, hanno mantenuto l’iscrizione a una delle suddette casse pensionistiche, nonché i sottufficiali in ausiliaria che fruiscono di un trattamento provvisorio di pensione a carico del Ministero della Difesa.

La legge che regola la riapertura del fondo

Le legge regolante la riapertura del fondo è regolata dalla legge n. 160/2019, all’articolo 1, commi da 483 a 485. La comunicazione di adesione comporta l’iscrizione alla gestione del credito a partire dal primo giorno utile del mese in cui la medesima comunicazione è presentata e, dalla stessa data, decorre il relativo obbligo contributivo. Per quanto riguarda le categorie che non rientrano  nell’ambito di applicazione del D.M. n. 110/2021, e quindi per i lavoratori neoassunti dal 1° gennaio 2020 e per i pensionandi dalla medesima data, restano confermate le indicazioni e i termini nel Messaggio n. 3282/2017.

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A cosa serve tale fondo di credito

La Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali ha l’obiettivo di finanziare le prestazioni di credito, welfare e formazione relative ai lavoratori dipendenti pubblici sia in servizio che in pensione, tramite  trattenuta sul trattamento economico percepito: 0,35% dello stipendio per il lavoratore in servizio a tempo indeterminato; 0,15% per il pensionato; nessuna trattenuta se la pensione è inferiore o uguale al trattamento minimo. Come si legge da Informazione Fiscale, le iscrizioni al fondo credito sono attive dallo scorso 20 agosto. Il fondo mette a disposizione una svariata gamma di servizi quali:

  • – Mutui e prestiti a tassi agevolati;
  • – Sostegno a formazione e istruzione dalla scuola primaria ai master universitari;
  • – Salute e prevenzione;
  • – Prestazioni per persone non autosufficienti e anziani;
  • – Politiche a favore dell’occupazione;
  • – Ospitalità residenziale;
  • – Soggiorni per benessere estivi o a scopo di studio.

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