Kappa: il leggendario demone giapponese d’acqua dolce

Il kappa è uno yokai (spirito) del folklore nipponico. È un essere metà rana e metà tartaruga che abiterebbe i corsi d'acqua dolce.

Il kappa è uno yokai (spirito, demone) del folklore giapponese, dalle sembianze a metà tra rana e tartaruga. Secondo la tradizione abiterebbe i corsi d’acqua dolce. Il kappa, una delle creature mitologiche del Giappone più conosciute a livello mainstream, la si può trovare presso laghetti, fiumi e stagni. Essere maligno, ha il potere di trascinare le sue vittime in acqua, risucchiandone le viscere dallo sfintere anale. Una cosa alquanto disgustosa e grottesca, come grottesca è la maggior parte dei mostri nipponici.

Il kappa trae la sua forza dall’acqua

Il kappa trae la sua forza dall’acqua e ne trasporta un po’ grazie all’incavo presente sul capo. Secondo la leggenda per rendere incolume un kappa bisogna convincerlo a fare un profondo inchino affinché riversi tutta la sua acqua per terra rendendolo senza forze. La maniera migliore per fare inchinare un kappa e proprio mostrargli un bell’inchino. Colto da un improvviso fervore di buona educazione, il mostro ricambierà. Si dice che se un umano riesce far cadere l’acqua dall’incavo presente sulla testa del kappa e in seguito riempie di nuovo l’incavo del demone con dell’acqua del luogo in cui vive, il kappa diventerà umile sevitore dell’essere umano per sempre.

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Teme i fuochi artificiali

Altre leggende vogliono il kappa avere paura dai fuochi d’artificio. Proprio per questo motivo in molti villaggi, ovviamente giapponesi, venivano spesso celebrate feste con fuochi artificiali per tenere lontane queste creature. Ma come si origina la leggenda del kappa e come è fatto? Ci sono molte teorie e leggende sul conto di questo mostro e, come spesso avviene in campo mitologico, è molto difficile riuscire a capire come la fantasia umana abbia creato un simile essere. Secondo una leggenda, il kappa nasce dal feto di un bambino nato morto. I feti dei bimbi che non hanno mai visto la luce, per usanza giapponese, venivano fatti galleggiare sui corsi d’acqua.

Etimologia del nome Kappa

Il nome kappa deriverebbe dal nome dei mantelli dei missionari cristiani provenienti dal Portogallo. Tali monaci si stabilirono nell’arcipelago giapponese intorno alla metà del sedicesimo secolo e chiamavano il loro abito “capa”. Il kappa viene descritto come un mostricciattolo caratterizzato da innumerevoli squame. Al posto della testa ha un becco e una cavità sulla testa in cui trasporta dell’acqua. Secondo un’altra leggenda i kappa distruggerebbero le coltivazioni di ortaggi come cetrioli (il loro cibo preferito) e melanzane.

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Adorato come una divinità

Per rabbonire i kappa, gli esseri umani hanno loro dedicato degli altari adorandoli come delle divinità locali. In alternativa, si gettano dei cetrioli nei corsi d’acqua con sopra inciso il proprio nome o quello dei propri cari. In questo modo si pensa che si possa essere risparmiati dai kappa. Le leggende legate ai kappa sono molteplici. Una di queste storie narra di come durante una notte piovosa, verso le 9 di sera, un chugen (sottoposto del samurai) stava camminando lungo un canale, quando qualcuno lo chiamò proprio dal suo interno.

Pensando che a chiamarlo fosse stato un bimbo caduto in acqua, guardò in basso e allungò le braccia per poterlo salvare. Con sua grande sorpresa lo trovò estremamente pesante e poco ci volle che, uno strattone dopo l’altro, lui stesso fu trascinato in acqua. Il chugen capì dunque l’anomalia della situazione: a farlo cadere nel canale non poteva essere stato un bambino. Seppur con grande fatica, l’uomo riuscì a sottrarsi alla stretta, raggiungendo la sua dimora. Tuttavia, uno sgradevole odore era rimasto attaccato alle sue vesti. I suoi compaesani gli dissero che era stato probabilmente aggredito da un kappa, conosciuto anche col nome di kawataro.

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La cattura del kappa

Un’altra leggenda racconta di come secoli fa un kappa venne catturato presso la baia di Mito. Sarebbe stato alto poco più di un metro e pesava all’incirca quarantacinque chili. In realtà la cattura di quell’esemplare fu un caso, poiché durante quella battuta di pesca almeno cinque kappa erano rimasti impigliati in una rete originariamente destinata alla pesca di sardine. Gli altri riuscirono a fuggire. L’unico rimasto si rifugiò all’interno della nave di pescatori. Quando questi lo trovarono lo attaccarono a suon di bastonate. Il mostricciattolo piangeva come un bimbo di pochi mesi. In seguito emise dei gas intestinali dall’odore insopportabile. Si dice che quel tanfo rimase attaccato agli umani presenti per circa due-tre giorni.

Esistono diverse specie di kappa

In verità esistono diverse specie di kappa, una di queste è il garappa che si differenzia dal classico kappa che conosciamo, per via dell’aspetto fisico. Il garappa, secondo la tradizione, ha due lunghi arti inferiori, tanto che quando è seduto, le sue ginocchia superano in altezza la testa. A differenza del kappa abita in zone montuose e ha una forza spitiruale più alta. Ci sono molti miti riguardanti il garappa, alcuni di essi lo descrivono come un demone burlone. Pare che il garappa sia autore di misteriosi fenomeni che avvengono sulel montagne.

Se durante un’escursione ci si perde, si sentono strani rumori, ci si trova un rametto in faccia oppure ci si sente improvvisamente male, oppure si ha un fastidio agli occhi, probabilmente nelle vicinanze c’è un garappa che sta osservando il povero malcapitato, divenuto oramai vittima dei suoi scherzi. Nonostante l’indole un po’ “aggressiva” è sconsigliabile parlare male del garappa in montagna e, soprattutto, se si sta camminando senza calzari. Pare infatti che il garappa non possa vendicarsi di chi indossa le scarpe. Secondo una leggenda alternativa, farsi amico un garappa garantirà senz’altro una buona pesca.

Secondo un antico racconto un uomo di nome Fukuichi Hidakata, abitante presso l’isola di Taida, si stava recando a pescare. Una volta giunto sul posto accese un fuoco, poiché in quel luogo faceva molto freddo. Mentre si stava riscaldando apparve un garappa che si accostò accanto al falò. Ciò che rimasero impresse nella mente di Fuichi furono tutte le peculiarità di questa specie di kappa: puzza, bava alla bocca e arti molto lunghi, tanto che da seduto le ginocchia piegate superavano di molto la testa del demone. Tornato a casa l’uomo si sentì male e rimase allettato per diverso tempo.

Ringraziamo il canale di Gamer’s Creed per le preziose informazioni. Qui di seguito proponiamo il video a tema:

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