“Il Nagorno-Karabakh cesserà di esistere”: l’annuncio del leader della regione dopo la sconfitta contro Baku

Il presidente della regione autonoma a maggioranza armena annuncia la dissoluzione dello stato a partire dal 1° gennaio 2024

La Repubblica di Artsakh, nota anche come Repubblica del Nagorno-Karabakh, cesserà di esistere a partire dal primo gennaio 2024. Questa la decisione del leader deposto Samvel Shakhramanyn presente in un decreto formalizzato la settimana scorsa a poche ore dalla conclusione dell’’operazione antiterrorismo’ con la quale l’Azerbaijan, tramite un’offensiva con armi pesanti e intense attività di artiglieria, ha di fatto occupato totalmente la regione del Nagorno-Karabakh, abitata fino a poco tempo fa da circa 120mila persone di etnia armena.

Dopo l’offensiva militare durata nemmeno 24 ore, Baku è riuscita a ottenere la smilitarizzazione della regione completando così il processo di occupazione iniziato a seguito della vittoria della ‘seconda guerra del Nagorno-Karabakh’ (la prima iniziò nel 1988 e vide trionfare invece l’Armenia) avvenuto nel 2020. Il presidente azero Aliyev durante l’incontro che ha formalizzato la resa della regione ha assicurato che essa entrerà a far parte dell’Azerbaijan in conformità con la costituzione del Paese. In un altro incontro con il presidente turco Erdogan – fedele alleato degli azeri – ha affermato che considererà i cittadini dell’Artskah cittadini azeri a tutti gli effetti a prescindere dalla loro etnia.

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La decisione di mettere fine alla repubblica separatista arriva nel momento di massima tensione a seguito del massiccio esodo verso la vicina Armenia di cittadini del Nagorno-Karabakh tramite le poche strade percorribili, tra cui il noto Corridoio di Lachin che fu più volte ostacolato dagli azeri nel corso degli ultimi nove mesi provocando una grave crisi umanitaria che dura tutt’ora oggi.

Malgrado nel decreto appena reso noto si puntualizzi che il governo azero “assicurerà il movimento libero e volontario e senza ostacoli” e il presidente Ilham Aliyev abbia più volte specificato che garantirà la sicurezza di tutti cittadini, oltre 65.000 persone prima residenti nel Nagorno-Karabakh hanno scelto di stanziarsi in Armenia a causa del timore della pulizia etnica. Secondo le autorità di Erevan, il numero sarà destinato ad aumentare nelle prossime ore provocando non poche problematiche su come gestire questo flusso migratorio straordinario.

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