Caro gas e materie prime: la Colussi chiude stabilimento di Assisi

Lasciati a casa 300 operai

Arrivano i primi effetti delle sanzioni nei confronti del nostro paese con una chiusura di una azienda alimentare prestigiosa e conosciuta in tutto il mondo. La Colussi, storica società che opera il settore alimentare dal lontano 1911, ha dovuto spedire a casa circa 300 operai per il caro bollette che sta attanagliando sia le più grandi aziende che le piccole e medie attività. Una batosta di non poco conto alla quale il governo dovrà cercare spiegazioni a più presto.

Il motivo della chiusura del colosso di Petrignano d’Assisi è piuttosto semplice. L’azienda non ha potuto reggere il peso del caro energia e del conseguente aumento dei prezzi delle materie prime. La Colussi è un’azienda che infatti fa del grano, uno dei beni più colpiti dalla guerra ucraino-russa, la sua risorsa produttiva più preziosa. In queste condizioni non si poteva andare avanti e per questo lo stabilimento umbro ha dovuto mandare in cassa integrazione gli operai.

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Il caso Colussi potrebbe ripetersi per altre aziende?

C’è da dire che la situazione geopolitica in atto non ha solo a che fare con manovre militari fatte sul campo, ma anche ad un blocco economico praticamente mai sperimentato. L’Italia, essendo fortemente dipendente dal gas e dalle materie prime russe, subirà un contraccolpo di difficile quantificazione. Quindi è facile prevedere che la Colussi sarà il primo di tanti casi. Difatti, è lo stesso Sole 24 ore ad allarmare sui possibili rincari che peseranno sulla nostra economia.

Citando un recente report di Bankitalia la ripresa economica a partire dallo scoppio delle ostilità ha visto dimezzarsi di un quinto risetto alle attese. Uno scenario che per Bankitalia è piuttosto orrorifico: si pensi che la sospensione delle forniture di gas porterebbe ad un calo del 10% della produzione di energia elettrica, vapore e gas.

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