Venere sarà la prossima conquista dell’Europa: cosa c’è in programma?

L'agenzia spaziale europea ha in programma una nuova missione alla volta del pianeta Venere: la sonda EnVision

Il pianeta Venere sarà la prossima conquista dell’Europa. L’ESA (agenzia spaziale europea) ha infatti in programma una nuova missione su tale corpo celeste conosciuta col nome di EnVision. L’interesse per Venere è in costante aumento, soprattutto dopo la controversa scoperta della fosfina tra le nubi del pianeta. Non solo Stati Uniti con la NASA dunque, ma anche il Vecchio Continente con l’ESA è interessato all’esplorazione di Venere, al fine di svelarne i numerosi segreti. Il direttore scientifico dell’ESA, Gunther Hasinger, ha spiegato tramite alcune dichiarazioni riportate da Focus: “Ci aspetta una nuova era nell’esplorazione del nostro vicino più prossimo, ma estremamente diverso, nel Sistema Solare”.

E poi ancora: “Sommato il nostro a quello della NASA, avremo un programma scientifico estremamente completo su questo enigmatico pianeta entro il prossimo decennio”. Con EnVision, l’ESA avrà l’opportunità di studiare il pianeta Venere, esaminandone l’atmosfera esterna, ma anche il nucleo. Sono numerosi i quesiti che gli studiosi si sono fatti nel corso del tempo su tale corpo celeste. Non si è ancora compreso, ad esempio, se esso è un pianeta geologicamente attivo e se c’è attività vulcanica in atto. Ora come ora, peraltro, è impossibile dire se in passato ospitò la vita o se è mai stato caratterizzato da una tettonica delle zolle.

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Venere: il quesito maggiore

In verità, il pianeta Venere è caratterizzato da un mistero di gran lunga maggiore rispetto ai quesiti che abbiamo posto poc’anzi. Non si comprende ancora come, nonostante abbia dimensioni quasi analoghe a quelle della Terra, Venere abbia subito un drastico cambiamento climatico che l’ha portato da pianeta con un’atmosfera limpida e ricco di oceani, in un mondo desolato, non adatto alla vita (l’atmosfera da genuina è divenuta tossica) e con spesse nubi di acido solforico. Bisogna cercare di ricostruire le varie tappe che hanno contrassegnato la storia di Venere. Tale pianeta potrebbe servire da insegnamento a noi terrestri, costretti ad affrontare una delle più grandi minacce alla nostra esistenza: l’effetto serra.

ESA e NASA uniscono le forze

I vari misteri di Venere cercherà di risolverli EnVision e il suo insieme di strumenti a dir poco innovativo. La missione dell’agenzia spaziale europea sarà equipaggiata con numerosi dispositivi. Tra questi sono da menzionare degli spettrometri per esaminare la composizione della superficie e dell’atmosfera e rivelare modifiche che potrebbero essere indizi di un’attività vulcanica sul pianeta, e un ecoscandaglio per il rilevamento della stratificazione del suolo. Per tale missione la NASA ha fornito all’ESA un radar che raccoglierà le immagini mappando la superficie.

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Si studierà l’interno e l’esterno del pianeta

Oltre a ciò sarà condotto un esperimento per esaminare il campo gravitazionale il pianeta Venere nel suo interno, approfondendo, inoltre, la stuttura e la composizione atmosferica. Tutti questi strumenti saranno adoperati insieme per uno studio quanto più completo del corpo celeste e dei suoi processi sia all’esterno (atmosfera inclusa) che all’interno. EnVision può essere considerato il prosieguo naturale della sonda Venus Express dell’ESA. Tale missione iniziò nel lontano 2005 per terminare nove anni dopo, nel 2014.

Venus Express fu un programma dedicato in linea di massima allo studio dell’atmosfera su Venere, ma portò anche a importanti scoperte rilevando punti caldi vulcanici sulla superficie del pianeta. Anche l’agenzia spaziale JAXA diede al suo tempo un contributo fondamentale nell’esplorazione di Venere, con la sonda Akatsuki (“luna rossa” in giapponese). Tale sonda, tutt’ora attiva, sta studiando l’atmosfera di Venere dal 2015. Il compito di EnVision sarà migliorare sensibilmente le immagini radar della superficie ricavate negli anni ’90 dalla sonda Magellano della NASA. EnVision, VERITAS e DAVINCI+ (della NASA) lavoreranno insieme per garantire lo studio più completo del pianeta.

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La fase di definizione

Il prossimo step di EnVision è la cosiddetta “fase di definizione”, in cui sarà definito il progetto per il satellite e gli strumenti inerenti. In seguito alla fase di progettazione, verrà selezionata un’industria europea a cui sarà affidato l’appalto. Dopo di ciò inizierà la costruzione della sonda e l’effettuazione di tutti i test opportuni affinché la missione inizi nel migliore dei modi. La prima finestra di lancio per Envision è prevista per il 2031, ma si parla anche di 2032 o 2033. Per raggiungere Venere, la sonda impiegherà all’incirca quindici mesi e altri sedici per disporsi nell’orbita definitiva, che sarà quasi polare, della durata di novantadue minuti a un’altitudine compresa tra duecentoventi e cinquecentoquaranta chilometri.

Le impressioni di Paul Byrne e le dichiarazioni di Katie Cooper

Uno scienziato planetario della North Carolina State University, il professor Paul Byrne, ha affermato tramite alcune dichiarazioni riportate da Telecentroodeon.com: “Come fai ad avere un pianeta più o meno delle stesse dimensioni della Terra, fatto all’incirca della stessa sostanza, con all’incirca le stesse composizioni, in orbita intorno alla stessa stella e con la stessa età? come fai ad avere due mondi che sono gli stessi sulla carta, e sono ancora molto diversi?” e poi ancora: “EnVision, VERITAS e DAVINCI+ forniranno una base incredibilmente solida e inaspettata su come affrontare questa domanda”.

La professoressa Katie Cooper, scienziata planetaria specializzata in evoluzione tettonica e attiva presso la Washington State University, ha dichiarato riguardo a Venere: “Sono particolarmente entusiasta di saperne di più sugli altopiani di Venere, che sono analoghi interessanti ma impegnativi dei grandi altopiani della Terra. Sulla Terra, altopiani come quello tibetano o l’altopiano Altiplano hanno le loro origini nel movimento delle placche tettoniche…” Cooper ha precisato a questo punto che su un corpo celeste come Venere ciò potrebbe non valere.

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